
Svizzero di Berna, classe 1925, Kurt Ammann si iscrive a pieno titolo nella corrente elvetica della grande fotografia d’autore. Le sue immagini si caratterizzano per lo stile netto ed essenziale, l’eleganza formale e il rigore compositivo che rappresentano la più diretta emanazione della Straight Photography. Ammann ha seguito il doppio binario di chi della fotografia giornalistica ha fatto una professione: ha pubblicato su prestigiose testate internazionali, ha ritratto personaggi celebri e ha viaggiato il mondo. Parallelamente la macchina fotografica lo ha accompagnato nella sua ricerca personale ed è a questa che dobbiamo le sue immagini più belle.

Gli esordi
Kurt Ammann inizia a scattare con la Leica del padre sin dall’età di quattordici anni, documentando momenti in famiglia e esperienze d’infanzia. Ben presto manifesta l’intenzione di trasformare questa sua passione in una professione; inizia quindi un apprendistato presso il negozio di Jakob Lauri. Per addestrarsi al lavoro in camera oscura trascorre inoltre alcuni mesi con il noto produttore Hans Steiner. A diciotto anni Ammann viene chiamato a prestare servizio militare: nel pieno della Seconda Guerra Mondiale la Svizzera, circondata dai tedeschi, gli appare come una “piccola prigione”. Il giovane fotografo è infatti desideroso di viaggiare e scoprire il mondo.

Il primo viaggio a Parigi
Nel 1945 Kurt riesce finalmente a partire per Parigi. Del periodo trascorso nella capitale francese Ammann ricorda: “Non c’era molto da mangiare, ma l’atmosfera a quel tempo era favolosa. Avevo una stanza in un albergo dietro il de Flore. A Parigi vivevano gli artisti delle avanguardie. Molti divennero degli amici”. Inizialmente assunto come interprete dagli americani, Ammann comincia presto a lavorare come fotografo per i couturier della moda parigina.

Alla scoperta del mondo
Rientrato in Svizzera, Ammann prende parte alle attività del Collegio dei Fotografi Svizzeri e partecipa alla mostra “Photography as Expression” nel 1955. Nello stesso anno si reca in Brasile su invito dello scrittore Maurice Sandoz per realizzare un reportage per il libro “Un Peu du Brésil”. Con i soldi guadagnati, compra una Volkswagen decappottabile e parte con alcuni amici per la Turchia, attraversando la Iugoslavia e la Grecia. “Il viaggio fu un’avventura. Le strade erano sterrate e difficili da percorrere. Una volta rimasi bloccato e dovetti cercare un meccanico di fortuna. Feci molti scatti. Era una realtà incredibile” afferma Ammann.

Le esperienze con l’ONU
Spinto dal desiderio di conoscere nuove realtà, Ammann si offre volontario come ufficiale svizzero presso la Commissione di Supervisione delle Nazioni Neutrali in Corea. Dal 1956 al 1957 presta servizio per l’ONU, cogliendo l’opportunità di visitare la Corea del Sud, la Corea del Nord e il Giappone. Il viaggio di ritorno lo porta a Toronto, in Canada, dove tiene un’esposizione personale presso il Royal Ontario Museum. La mostra farà tappa nelle principali città del Nord America come una sorta di biglietto da visita per la Svizzera.

Fotografo e redattore
Nel corso della sua carriera Kurt Ammann lavora per diverse testate internazionali, tra cui Weltwoche, Du, Schöner Wohnen, Grazia, Time e Life. Per molti anni collabora con la rivista Annabelle, che una volta lo mandò in Ghana per un servizio di moda. Per la casa editrice Berlitz realizza le guide di viaggio su Sicilia, Puerto Rico, Virgin Islands e Hawaii. Per undici anni lavora come fotografo e redattore per il Bollettino dell’Istituto di Credito Svizzero. Un evento speciale ricorda con affetto: nel 1967 la Casa principesca del Liechtenstein gli commissiona le foto dello splendido matrimonio del principe Hans-Adam II con la principessa Marie.

Una passione privata
Interrogato sul suo rapporto con la fotografia, Ammann dichiara: “Per me la fotografia è stata prima di tutto una grandissima passione. Dove andavo, avevo sempre con me una macchina fotografica. Una Rolleiflex 6×6 o una Leica. Ho fotografato il mondo che ho incontrato. Ho iniziato a Berna e poi, quattro anni dopo, ero a Zurigo a lavorare per dei giornali. Ma la mia fotografia era quella che realizzavo per me, durante i miei viaggi. E quella è rimasta per molto tempo sostanzialmente confinata in una dimensione privata”. Negli ultimi anni gli scatti di Kurt Ammann sono stati protagonisti di esposizioni a Milano e Venezia.